Cos'è stato per il CSI di Ravenna il 2018?
Il 2018 è stato per il nostro Comitato un anno intenso ed impegnativo, ricco di iniziative, progetti e novità che si ripercuoteranno sul 2019 e – si spera – su tutti gli anni a seguire. Mi piace pensare al 2018 come un anno “laboratorio di sperimentazione” per tante nuove attività che al giorno d’oggi vengono raggruppate sotto al cappello dello “sport sociale” – termine che per noi non è una novità ma forse ormai inflazionato – che da sempre contraddistingue il ruolo del CSI all’interno del panorama sportivo. Ruolo riconfermato anche con il nuovo Statuto approvato il 9 giugno a Roma, in cui viene rimarcato il fatto che il Centro Sportivo Italiano “promuove attività formative e sportive agonistiche, amatoriali e ludico-motorie con scopi di ricreazione, crescita, salute, maturazione personale e sociale, di formazione fisico-sportiva e di avviamento alla pratica agonistica”.
Un modello di sport quindi basato sull’accoglienza e sull’inclusione con un’attenzione a tutto tondo nel welfare locale rivolto a bambini, giovani, anziani, disabili, detenuti, richiedenti asilo, malati cronici, persone con disagio sociale, … Concetto questo anche ripreso in alcune riflessioni che hanno portato alla riforma del sistema sportivo italiano, forse resa necessaria da problemi di sovrapposizione e competizione ai quali non si sarebbe mai dovuti arrivare.
Grazie al lavoro svolto quest’anno, che ci ha permesso di raggiungere in certi campi obiettivi forse mai sperati prima, dobbiamo inoltre riconoscere, senza abbandonare l’umiltà, che il Centro Sportivo Italiano di Ravenna ha ottenuto una rinnovata visibilità e riconoscibilità sul territorio. Un ruolo che ci ha permesso a volte di essere anche innovatori e promotori di nuovi messaggi culturali sportivi, ma che porta con sé un bagaglio di responsabilità del quale dobbiamo essere consapevoli. Qualcuno un giorno mi ha ricordato, citando un noto fumetto, «che da un grande potere derivano grandi responsabilità»: una frase che è rimasta impressa nella mente di tutti noi e che è stata stimolo per una sempre maggiore serietà e professionalità nelle varie attività proposte.
Professionalità questa che richiede, giocoforza, risorse economiche (e non) per portare a compimento le varie iniziative: per questo dobbiamo ringraziare col cuore tutti coloro grazie ai quali siamo riusciti a finanziare i vari progetti (enti locali ed istituzioni, fondazioni, terzo settore, aziende, privati, livelli associativi). Finanziatori ai quali sono stati restituiti ampi riscontri sia sull’utilizzo dei fondi sia sulla valutazione dei risultati e dell’impatto sociale: il tutto per rendere conto del sano, giusto ed equo investimento nella comunità di quanto ricevuto.
Il merito di tutto questo lavoro, ovviamente, risiede nelle persone che si sono adoperate affinché sia i sogni sia le follie si trasformassero in realtà. Incluse persone e realtà che non facevano parte del CSI o che non lo conoscevano, ma che in un’ottica di rete sociale – concetto oggi fondamentale nel sistema di welfare – per il perseguimento di tutti questi nobili scopi hanno deciso di mettersi in gioco assieme a noi. A tutti va il mio ringraziamento per aver creduto in tutto questo, riuscendo a raggiungere gli obiettivi che ci eravamo prefissati (superandoli!), spartendo le fatiche quotidiane e condividendo gli insuccessi… e per aver sopportato i miei periodi di “trance agonistica”. Chiudo quindi con le parole che ha utilizzato il Presidente Nazionale Vittorio Bosio nel suo messaggio di Natale: «La vera forza di questa Associazione sono le persone che le vogliono bene, e che vogliono bene ai ragazzi che praticano sport con noi. È questo il nostro valore aggiunto.».
Alla fin fine indipendentemente dall’età sono tutti i “nostri ragazzi”.
Buon 2019 a tutti.